martedì 7 maggio 2013

Buonasera, colleghi!
La mia riflessione ha la presunzione di essere di un carattere più generale.
Metto le mani avanti e vi comunico che sono solo una matricola che deve ancora farsi i denti.
Questo laboratorio, benché mi fossi iscritto perché interessato dal problema del tempo, non mi ha colpito particolarmente per i problemi sollevati sul tempo.
Mi han colpito principalmente due cose: il modus operandi della filosofia analitica e che cosa vuol dire affrontare un problema metafisico.
Mi sembra che per lo più fare filosofia analitica e fare metafisica possano coinciliarsi dato che nell'arco di entrambe (ma forse mi sbaglio) la freccia principale è quella della congettura.
Per un problema come il tempo, mi sembra giusto e sbagliato allo stesso modo. È giusto perché ogni volta che in passato mi sono soffermato a pensare a questo problema non riuscivo a dare un'interpretazione veramente sensata; sbagliato perché il più delle volte mi sembra si sfoci in qualcosa di insensato!
Sradicare il nostro consueto modo di ragionare per capire cosa sia il tempo, credo sia qualcosa di fin troppo speculativo, filosoficamente parlando.
Forse sono solo ancora troppo confuso quando si cerca di capire cosa siano lo spazio o il tempo, senza che ci si metta un "per noi" davanti.
Datemi dello stupido, o peggio ancora del filodosso, ma spiegatemi cosa non riesco ancora a vedere.

mercoledì 24 aprile 2013

Ciao a tutt*,
vi ricordo che il prossimo incontro del laboratorio sarà LUNEDÎ 29 (e non Mercoledì come al solito). Sempre alle 10.30 e sempre al solito posto.

sabato 20 aprile 2013

Ciao a tutti!
Per chiunque volesse farsi un'idea dell'argomento di cui parleremo nel prossimo incontro, consigliamo la lettura di T. Merricks, Good-bye Growing Block. Il testo è disponibile su Dropbox.
Buon weekend!

mercoledì 17 aprile 2013

Viaggi nel tempo e presentismo


Ciao a Tutt*,
vi espongo qualche mio dubbio relativamente ai viaggi temporali e alle teorie dinamiche del tempo.

Se i presentisti ammettessero i viaggi nel tempo, cosa succederebbe? Secondo me, se il Presentismo (o in generale una teoria dinamica del tempo) ammettesse la possibilità dei viaggi temporali si creerebbe un'ambiguità nella distinzione tra presente, passato e futuro; se noi suddividiamo gli eventi in eventi passati, presenti e futuri, come considerare gli eventi di un viaggiatore nel tempo? Dovremmo considerarli passati, ma anche presenti. Certamente possiamo dire che sono passati relativamente al tempo esterno, ma non possiamo dire la stessa cosa riguardo al viaggiatore temporale: per lui,  affinché viaggi veramente nel tempo (mettiamo nel passato), quegli eventi lì devono essere sia presenti che passati.
Per avere un viaggio nel tempo, è necessario, innanzitutto, poter riconoscere determinati eventi come passati e/o futuri, ma questo non può accadere con il Presentismo: se tutto ciò che c'è è ciò che è presente, allora il presentista non potrebbe affermare di essere tornato indietro nel tempo, ma semplicemente che il presente è "strano" rispetto alla normalità. Mettiamo che Gianni, presentista, si trovi davanti a dei dinosauri: non affermerebbe di essere tornato indietro nel tempo (perché semplicemente non esiste), ma che nel presente, ci sono i dinosauri (anche se l'evento sembra poco plausibile).
Come si possono risolvere queste ambiguità?

Alice Tinon

giovedì 11 aprile 2013

Car* tutt*,
vi ricordo che entro il il 20 Aprile dovrete effettuale l'iscrizione al laboratorio nel sistema SIFA.
L'8 Marzo avrò un registro cartaceo su cui a fine incontro potrà essere confermata la vostra partecipazione all'attività. È essenziale non solo partecipare ad almeno una presentazione, ma anche che non fare più di due assenze.

A presto

Giuliano

giovedì 28 marzo 2013

Buongiorno a tutt*,
qui sotto il calendario delle prossime presentazioni.

10/apr/2013 — Time Travel (Lewis)
17/apr/2013 — Prior's Tense Logic
24/apr/2013 — How do we know it is now now?
29/apr/2013 — The rate of the passage of time
08/mag/2013 — ?????


Pregherei ai gruppi di:

— mandarmi una mail con i vostri nomi (mi serve per avere un'idea della divisione, sono comunque possibili cambiamenti successivi, l'importante è che tutti facciano almeno una presentazione - a tal riguardo, se qualcuno volesse partecipare a più di un gruppo, non ho nulla in contrario)

— scrivere un post sul blog un po' prima della  presentazione sull'argomento presentato (ovviamente, se volete, anche molto prima, e individualmente potete postare su qualsiasi argomento inerente al corso).


Se l'ultimo gruppo nel frattempo si è formato, si faccia pure vivo via mail o via post qui.

Buone feste e ci vediamo il 10 Aprile!

Giuliano

martedì 19 marzo 2013

Ciao a Tutt*!
Sarei interessata alla presentazione sull'articolo di Lewis ("The paradoxes of time travel"); qualcuno è interessato?

Grazie!
Alice

lunedì 18 marzo 2013

Ciao a tutt*
vi ricordo che il laboratorio questa settimana è domani, ossia
martedì 19 Aprile, ore 10.30, aula seminari del dipartimento (ossia stessa aula)

Giuliano

domenica 17 marzo 2013

Problemi di velocità

Ciao a tutti! Vorrei condividere con voi la questione che mi interessa maggiormente per quanto concerne il passaggio del tempo. Abbiamo parlato di passato, presente e futuro e di come noi percepiamo il passare del tempo come un movimento fluido. Ma che cosa possiamo dire della velocità alla quale scorre (se è lecito usare questo termine) il tempo? Se il tempo è un'entità metafisica che effettivamente si muove in qualche modo, allora esso deve necessariamente essere regolato da una legge che ne rappresenti la velocità. Tale legge, in particolare, dovrebbe spiegare perché gli uomini percepiscono il passaggio del tempo come più o meno rapido, a seconda della situazione in cui si trovano. Se la legge dovesse venire meno a questo obiettivo, dovremmo forse ridurre il tempo a qualcosa di puramente psicologico e mentale? Buona settimana a tutti! Elisa

domenica 10 marzo 2013

che ne pensate? -due confuse riflessioni-


ciao a tutt*,

pensavo alla visione del passato secondo il presentismo: se non ho capito male, abbiamo detto che i sostenitori di questa teoria, vedono il passato come qualcosa che non esiste, ma che ha un'influenza sul presente, il quale in un certo senso contiene il passato e gli eventi passati hanno condizionato il presente. Però per come agiamo abitualmente, mi sembra che in parte sia come se la stessa cosa valesse anche per il futuro. Mi spiego meglio: nel presente agiamo in un modo piuttosto che in un altro anche a seconda degli eventi passati, sia perché quegli eventi hanno portato alla situazione in cui ci troviamo ad agire, sia perché cerchiamo di non ripetere errori fatti in passato o al contrario riprovare sensazioni piacevoli et cetera. La stessa cosa però la facciamo anche in riferimento al futuro: agiamo in un modo piuttosto che in un altro in vista di un futuro, sia che si tratti di andare alla stazione in vista di prendere il treno, di cucinare in vista di mangiare, sia che si tratti di iscriversi a giurisprudenza in vista di fare l'avvocato (quindi lo facciamo sia per azioni a breve termine che per azioni a lungo termine). Inoltre, per il fatto che agiamo in questo modo in riferimento al futuro, anche il futuro determina il presente nel primo senso, cioè come il presente in cui ci troviamo è conseguenza degli eventi passati che ci hanno portato a queste condizioni, così il presente in cui ci troviamo è conseguenza degli eventi futuri che ci aspettiamo e in base a cui abbiamo agito.
Tuttavia, mi sembra che ci sia in ogni caso una bella differenza tra il fatto che gli eventi passati che ci hanno portato al presente sono accaduti quelli e solo quelli, mentre nel caso del futuro abbiamo un'aspettativa e una previsione in base a cui agiamo, ma che non è affatto certa e anzi il futuro genuino potrebbe differire molto dagli eventi futuri che ci aspettavamo e in base a cui abbiamo agito.

E poi pensavo un’altra cosa: abitualmente, quando ci riferiamo al presente intendiamo un lasso di tempo non univoco e che comprende anche in parte passato e futuro. Cerco di chiare cosa intendo: prendiamo due esempi, “sto scrivendo questa frase” e “faccio filosofia all’università”. Credo tutti indicheremmo questi due come presente, e anche il tempo verbale che usiamo è, appunto, il presente. Tuttavia abbiamo da un lato, un periodo di qualche secondo, dall’altro un periodo di qualche anno, e inoltre entrambi i periodi di tempo comprendono dei momenti futuri e dei momenti passati: mentre scrivo “scrivendo”, ho già scritto “sto” ma devo ancora scrivere “questa frase”; al secondo giorno di università, studio filosofia già da un giorno, e devo studiarla ancora per alcuni anni.

Scusate la prolissità, nonostante la quale non so se mi sono spiegata. 

Martina

venerdì 8 marzo 2013

Proposta di presentazione 2

Ciao a tutte/i,

a me piacerebbe invece fare la presentazione sull'articolo di Prosser sulla percezione del passaggio temporale. Qualcuno è interessato?

A mercoledì,

Michele

mercoledì 6 marzo 2013

proposta di presentazione

ciao a tutt*,

a me piacerebbe fare una presentazione sulle logiche tensionali: qualcuno sarebbe interessato?


Martina

giovedì 28 febbraio 2013

Proposta argomenti


Qui riporto una lista di possibili argomenti per le presentazioni, con relativa bibliografia entro cui scegliere il testo su cui basare la presentazione.

Come sappiamo che il presente è “ora”?
  • Braddon-Mitchell D. (2004) “How do we know it is Now Now”, Analysis, 64, pp. 199-203
  • Merricks T (2006) “Good-Bye Growing Block”, in , Dean Zimmerman (ed.) Oxford Studies in Metaphysics, vol. 2, OUP 
  • Bourne C. (2002) “When am I? A Tense Time for Some Tense Theorists”, Australasian Journal of Philosophy, 80, 3: 359–71

Quanto veloce scorre il tempo?
  • Smart J. J. C. (1949) “The River of Time”, Mind, 58, 232, pp. 483-494
  • Markosian, N. (1993) “How fast does time pass?”, Philosophy and Phenomenological Research, 53, 829–844. 
  • Olson E. (2009) “The rate of time’s passage”, Analysis 69: 3–9
  • Skow B. (forthcoming) “On the meaning of the question ‘‘How fast does time pass?’’, Philosophical Studies

È possibile il tempo senza il cambiamento?
  • Shoemaker S. (1969) “Time without Change”, The Journal of Philosophy, 66, 12: 363-381

Il problema dell’esperienza del passaggio per l’antirealita

Il paradosso di McTaggart
  • McTaggart J.M.E. (1908) “The Unreality of Time”, Mind 17, pp. 457-73
  • Priori A.N. (1967) “Precursors of Tense Logic”, Cap. 1 di Present, Past, and Future, Oxford, OUP
  • K. Fine (2006) “The reality of Tense”, Synthese 150:3, pp. 399–414 (http://philosophy.fas.nyu.edu/docs/IO/1160/realityoftense.pdf)
  • Correia F. & Rosenkranz S. (2011) “Eternal Facts in a Ageing Universe”, Australasian Journal of Philosophy 90 (2):307 - 320 

Varia
  • Maudlin, T. (2002) “Remarks on the passing of time”, Proceedings of the Aristotelian Society, 102, 259–274
  • Maudlin, T. (2007) “On the passing of time”. In The metaphysics within physics (Chap. 4). New York: Oxford University Press.
  • Lewis D. (1976), “The Paradoxes of Time Travel”, American Philosophical Quarterly, 13: 145-152
  • Keller S. e Nelson M. (2001) “Presentists Should Believe in Time-Travel”, Australasian Journal of Philosophy, 79, 3: 333 – 345

mercoledì 27 febbraio 2013

Determinismo, esistenza, e libertà

@Lorenzo.

Quando dici "smussare" l'eternismo negando esistenza agli eventi, intendi dire che dovremo ammettere modi diversi di esistere (tipo: il presente ha "piena attualità", il passato ha un modo "storico" di esistere, e il futuro un modo di "possibilità" o forse "possibile attualità")? Il pensiero è interessante, e se lo sollevi la prossima lezione ne parleremo sicuramente. Non capisco però bene le tue conclusioni riguardanti la connessione fra esistenza e determinismo. Come vedremo la prossima volta, il determinismo è la tesi stando alla quale ciò che accadrà in futuro è deducibile con necessità logica da ciò che accade nel presente (o da ciò che accade nel presente e ciò che accaduto nel passato, nella sua versione cosiddetta "debole"). Tale tesi di per sé non dice nulla rispetto alla esistenza/ non esistenza (e tantomeno su eventuali "modi di esistenza") del futuro. Inoltre, se il determinismo "annulli i limiti della ragione umana" mi sembra una questione aperta. O per lo meno, aperta e dibattuta è la questione se il determinismo sia compatibile o no con la libertà umana (più precisamente, se sia compatibile con quella forma di libertà che ci serve/servirebbe per attribuire responsabilità morale agli agenti). Accenneremo al dibattito fra compatibilisti e incompatibilisti nella prossima lezione. 

@Guido. Ottima l'immagine della pellicola per illustrare la spotlight view! Te la ruberò (accreditandotela) per la prossima volta che dovrò spiegarla :)
Il rischio determinismo, per il semplice fatto di avere un'ontologia eternista, come spero di chiarire la prossima volta, sembra esserci, ma non c'è. Anzi, non c'è nemmeno se insieme all'eternismo si adotta una topologia lineare (anche se filosofi illustri, come K.Popper, hanno sostenuto che per quanto si possa distinguere concettualmente il determinismo da una teoria eternista con tempo lineare — vedi il mio commento precedente — il tipo di indeterminismo che ne deriva sarebbe in qualche modo troppo blando a livello metafisico per contare davvero come indeterminismo (un indeterminismo "farlocco"?); ma cercherò di farvi vedere, come molti pensano oggi del resto, che l'idea di Popper non coglie nel segno.

@ Giulia. Mi sembra che individui bene la questione. Ne parleremo meglio la prossima volta, magari concentrandosi sui modelli indeterministici con tempo lineare, che intuitivamente mi sembrano quelli meno intuitivi (se mi permettete il gioco di parole :)
Accennerò anche alla differenza fra determinismo e fatalismo (la tesi per cui le nostre decisioni non hanno effetto su quello che accadrà). 

martedì 26 febbraio 2013

Spotlight View (o quasi)

Ciao a tutti!

A proposito dello Spotlight View, volevo enunciare il seguente pensiero. Secondo quella teoria del tempo, passato e futuro esistono come determinati e concatenati agli eventi che sono anch'essi determinati. Tuttavia io non mi sento di condividere in pieno questa tesi. Secondo me ha ragione a dire che passato e futuro esistono in quanto storia e possibilità, ma esistono, è questo il punto. Mi chiedevo solo se si può smussare la teoria secondo la quale anche gli eventi esistono in relazione alla possibilità futura e l'esistenza passata eliminando di fatto il concetto che ci sono degli eventi. Secondo me, passato, futuro e presente esistono, punto. E' l'esistenza l'apice della dimostrazione della teoria del tempo. Se si va a scoprirne anche eventi futuri, o passati, si cade nel determinismo annullando i limiti della ragione umana.

Sperando di essere stato chiaro, saluti!

Lorenzo

Coordinata e contenuto

Ciao a tutti!
Volevo sollevare un dubbio che mi è venuto a partire dalla Spotlight view, ma che può riguardare in generale il modo in cui parliamo del tempo.
Abbiamo visto che secondo la Spotlight view passato e futuro esistono, nonostante non abbiano quel grado in più di “vitalità” proprio del presente – l’immagine che mi è venuta in mente è quella di una pellicola cinematografica, dove il presente è il fotogramma che viene di volta in volta illuminato.
Ogni volta però che parlavamo di passato e futuro, riguardo a questa teoria, ne parlavamo come se già contenessero gli eventi al loro interno, con rischio o la certezza di aprire le porte al determinismo e a tutte le sue conseguenza – la maggior parte delle quali non riguarda il nostro laboratorio.

La mia domanda è questa:
possiamo, dicendo ad esempio “esiste questo determinato punto del futuro”, riferirci esclusivamente a esso come una coordinata sulla linea del tempo e non necessariamente agli eventi che contiene?

Guido

sabato 16 febbraio 2013

Blog connesso al Laboratorio "La metafisica del Passaggio del Tempo" (2013)