giovedì 28 febbraio 2013

Proposta argomenti


Qui riporto una lista di possibili argomenti per le presentazioni, con relativa bibliografia entro cui scegliere il testo su cui basare la presentazione.

Come sappiamo che il presente è “ora”?
  • Braddon-Mitchell D. (2004) “How do we know it is Now Now”, Analysis, 64, pp. 199-203
  • Merricks T (2006) “Good-Bye Growing Block”, in , Dean Zimmerman (ed.) Oxford Studies in Metaphysics, vol. 2, OUP 
  • Bourne C. (2002) “When am I? A Tense Time for Some Tense Theorists”, Australasian Journal of Philosophy, 80, 3: 359–71

Quanto veloce scorre il tempo?
  • Smart J. J. C. (1949) “The River of Time”, Mind, 58, 232, pp. 483-494
  • Markosian, N. (1993) “How fast does time pass?”, Philosophy and Phenomenological Research, 53, 829–844. 
  • Olson E. (2009) “The rate of time’s passage”, Analysis 69: 3–9
  • Skow B. (forthcoming) “On the meaning of the question ‘‘How fast does time pass?’’, Philosophical Studies

È possibile il tempo senza il cambiamento?
  • Shoemaker S. (1969) “Time without Change”, The Journal of Philosophy, 66, 12: 363-381

Il problema dell’esperienza del passaggio per l’antirealita

Il paradosso di McTaggart
  • McTaggart J.M.E. (1908) “The Unreality of Time”, Mind 17, pp. 457-73
  • Priori A.N. (1967) “Precursors of Tense Logic”, Cap. 1 di Present, Past, and Future, Oxford, OUP
  • K. Fine (2006) “The reality of Tense”, Synthese 150:3, pp. 399–414 (http://philosophy.fas.nyu.edu/docs/IO/1160/realityoftense.pdf)
  • Correia F. & Rosenkranz S. (2011) “Eternal Facts in a Ageing Universe”, Australasian Journal of Philosophy 90 (2):307 - 320 

Varia
  • Maudlin, T. (2002) “Remarks on the passing of time”, Proceedings of the Aristotelian Society, 102, 259–274
  • Maudlin, T. (2007) “On the passing of time”. In The metaphysics within physics (Chap. 4). New York: Oxford University Press.
  • Lewis D. (1976), “The Paradoxes of Time Travel”, American Philosophical Quarterly, 13: 145-152
  • Keller S. e Nelson M. (2001) “Presentists Should Believe in Time-Travel”, Australasian Journal of Philosophy, 79, 3: 333 – 345

mercoledì 27 febbraio 2013

Determinismo, esistenza, e libertà

@Lorenzo.

Quando dici "smussare" l'eternismo negando esistenza agli eventi, intendi dire che dovremo ammettere modi diversi di esistere (tipo: il presente ha "piena attualità", il passato ha un modo "storico" di esistere, e il futuro un modo di "possibilità" o forse "possibile attualità")? Il pensiero è interessante, e se lo sollevi la prossima lezione ne parleremo sicuramente. Non capisco però bene le tue conclusioni riguardanti la connessione fra esistenza e determinismo. Come vedremo la prossima volta, il determinismo è la tesi stando alla quale ciò che accadrà in futuro è deducibile con necessità logica da ciò che accade nel presente (o da ciò che accade nel presente e ciò che accaduto nel passato, nella sua versione cosiddetta "debole"). Tale tesi di per sé non dice nulla rispetto alla esistenza/ non esistenza (e tantomeno su eventuali "modi di esistenza") del futuro. Inoltre, se il determinismo "annulli i limiti della ragione umana" mi sembra una questione aperta. O per lo meno, aperta e dibattuta è la questione se il determinismo sia compatibile o no con la libertà umana (più precisamente, se sia compatibile con quella forma di libertà che ci serve/servirebbe per attribuire responsabilità morale agli agenti). Accenneremo al dibattito fra compatibilisti e incompatibilisti nella prossima lezione. 

@Guido. Ottima l'immagine della pellicola per illustrare la spotlight view! Te la ruberò (accreditandotela) per la prossima volta che dovrò spiegarla :)
Il rischio determinismo, per il semplice fatto di avere un'ontologia eternista, come spero di chiarire la prossima volta, sembra esserci, ma non c'è. Anzi, non c'è nemmeno se insieme all'eternismo si adotta una topologia lineare (anche se filosofi illustri, come K.Popper, hanno sostenuto che per quanto si possa distinguere concettualmente il determinismo da una teoria eternista con tempo lineare — vedi il mio commento precedente — il tipo di indeterminismo che ne deriva sarebbe in qualche modo troppo blando a livello metafisico per contare davvero come indeterminismo (un indeterminismo "farlocco"?); ma cercherò di farvi vedere, come molti pensano oggi del resto, che l'idea di Popper non coglie nel segno.

@ Giulia. Mi sembra che individui bene la questione. Ne parleremo meglio la prossima volta, magari concentrandosi sui modelli indeterministici con tempo lineare, che intuitivamente mi sembrano quelli meno intuitivi (se mi permettete il gioco di parole :)
Accennerò anche alla differenza fra determinismo e fatalismo (la tesi per cui le nostre decisioni non hanno effetto su quello che accadrà). 

martedì 26 febbraio 2013

Spotlight View (o quasi)

Ciao a tutti!

A proposito dello Spotlight View, volevo enunciare il seguente pensiero. Secondo quella teoria del tempo, passato e futuro esistono come determinati e concatenati agli eventi che sono anch'essi determinati. Tuttavia io non mi sento di condividere in pieno questa tesi. Secondo me ha ragione a dire che passato e futuro esistono in quanto storia e possibilità, ma esistono, è questo il punto. Mi chiedevo solo se si può smussare la teoria secondo la quale anche gli eventi esistono in relazione alla possibilità futura e l'esistenza passata eliminando di fatto il concetto che ci sono degli eventi. Secondo me, passato, futuro e presente esistono, punto. E' l'esistenza l'apice della dimostrazione della teoria del tempo. Se si va a scoprirne anche eventi futuri, o passati, si cade nel determinismo annullando i limiti della ragione umana.

Sperando di essere stato chiaro, saluti!

Lorenzo

Coordinata e contenuto

Ciao a tutti!
Volevo sollevare un dubbio che mi è venuto a partire dalla Spotlight view, ma che può riguardare in generale il modo in cui parliamo del tempo.
Abbiamo visto che secondo la Spotlight view passato e futuro esistono, nonostante non abbiano quel grado in più di “vitalità” proprio del presente – l’immagine che mi è venuta in mente è quella di una pellicola cinematografica, dove il presente è il fotogramma che viene di volta in volta illuminato.
Ogni volta però che parlavamo di passato e futuro, riguardo a questa teoria, ne parlavamo come se già contenessero gli eventi al loro interno, con rischio o la certezza di aprire le porte al determinismo e a tutte le sue conseguenza – la maggior parte delle quali non riguarda il nostro laboratorio.

La mia domanda è questa:
possiamo, dicendo ad esempio “esiste questo determinato punto del futuro”, riferirci esclusivamente a esso come una coordinata sulla linea del tempo e non necessariamente agli eventi che contiene?

Guido

sabato 16 febbraio 2013

Blog connesso al Laboratorio "La metafisica del Passaggio del Tempo" (2013)